Curiosità

Il bergamotto

Il motivo per cui cresce solo in Calabria è ancora sconosciuto, ma fatto sta che in nessun’altra parte del mondo questo agrume fruttifica. Dal profumo intenso e meno dolciastro di quello dell’arancio, profondo e ricco di sfumature, trasmette allegria, energia e gioia di vivere. Inoltre, con i suoi 350 componenti chimici e l’olio essenziale, è un ingrediente indispensabile nell’industria profumiera e alimentare mondiale, per la produzione di profumi, deodoranti, dentifrici e per aromatizzare liquori, tè, caramelle e così via. La coltivazione è limitata alla zona ionica costiera nella provincia di Reggio, e molto nota è quella delle frazioni di Prunella e Caredia.

Lo sapevi che…?

La leggenda sulla fondazione di Tropea

Secondo un’antica leggenda, la cittadina marinara sarebbe stata fondata da Ercole, dopo che quest’ultimo ha liberato la Calabria dai giganti. Una piazza di Tropea è stata dedicata proprio a questo personaggio mitologico.

La leggenda sulla fondazione di Tropea

Secondo un’antica leggenda, la cittadina marinara sarebbe stata fondata da Ercole, dopo che quest’ultimo ha liberato la Calabria dai giganti. Una piazza di Tropea è stata dedicata proprio a questo personaggio mitologico. 

 

Tropea, situata sul mar Tirreno, è nota anche per le sue meravigliose spiagge candide alle quali si accede attraverso cinque scalinate.

 

 

Ninfa “Scilla”

Secondo la leggenda, Scilla era una giovane ninfa che rifiutava l’amore di Glauco, una divinità che viveva nelle profondità marine. Glauco si vendicò per l’affronto subito trasformando la ninfa in un orribile mostro marino, per metà donna e per metà pesce con sei teste di cane. Condannata a vivere in questo modo, Scilla iniziò a distruggere tutte le navi dei naviganti che passavano nello Stretto di Messina.
La storia di Scilla venne descritta nell’Odissea, XII, 112 e sgg. da Omero e il mito di Scilla rivive nell’omonima cittadina turistica, che accoglie il Castello dei Principi Ruffo di Calabria che si trova a picco sul mare e domina lo Stretto di Messina. 

Il

tesoro

di

Alarico

Il Tesoro di Alarico

Cupi a notte canti suonano
da Cosenza su’l Busento,
cupo il fiume li rimormora
dal suo gorgo sonnolento.
Su e giù pe ‘l fiume passano
e ripassano ombre lente:
Alarico i Goti piangono
il gran morto di lor gente
(da “La tomba nel Busento” tradotta in italiano da Giosuè Carducci,
dalla poesia di August Graf Von Platen)

Narra le leggenda che, nel 410 d.c., l’esercito dei Goti guidati dal re Alarico, dopo aver saccheggiato indisturbato Roma, si mosse verso il sud Italia con l’intento di attraversare lo Stretto e spingersi verso l’Africa. Ma alle porte della città di Cosenza, la malaria colse improvvisamente il capo dei barbari che si congedò presto dal mondo e dai suoi soldati.
I Goti piansero sinceramente la sua scomparsa e decisero di rendergli onore secondo l’antica usanza che voleva che un condottiero venisse sepolto con il suo cavallo, l’armatura e i tesori raccolti nelle azioni di guerra. Non potendo permettere che l’immenso bottino frutto del sacco di Roma venisse ritrovato e che la tomba del loro re rimanesse in balia delle orde di predatori, i guerrieri Goti decisero di seppellire Alarico nel Busento, deviandone il corso. Utilizzarono centinaia fra schiavi e prigionieri per scavare la tomba del loro re in mezzo all’alveo del fiume e lo seppellirono nel suo grembo, abbigliato con l’armatura da parata, insieme al suo destriero e agli inestimabili ori e gioielli di Roma. Dopo di che, ricondussero le acque del fiume nel loro letto naturale e uccisero tutti gli schiavi e i prigionieri, in modo che nessun protagonista dell’ardua impresa potesse sopravvivere e far trapelare il segreto del sepolcro. Così, il luogo esatto della tomba di Alarico rimase per sempre un mistero e del leggendario tesoro nascosto tra le acque del Busento si favoleggiò per secoli, ispirando i versi di Dumas, Carducci e dei più grandi vati e dando origine ad una febbre che colpì, a più riprese, intellettuali, studiosi, politici e gente comune di tutti i tempi. Addirittura i Nazisti con Himmler si recarono qui alla ricerca del tesoro, senza ovviamente trovare nulla. Vi sono in ogni caso molte altre leggende che si sono intrecciate a quella principale. Fonti storiche ci dicono che nell’ XI sec Eremitani di Sant’ Agostino monaci Calabresi capeggiati dal vescovo Arnolfo II di San Lucido provenienti da San Martino di Pietrafitta trovano la tomba di Alarico e trovano dei documenti che avrebbero avuto a che fare la figura Gesù, e la Decima Legio Fretensis per intenderci la legione di cui faceva parte Longino, colui il quale trafisse il costato di Gesù sulla croce e il tempio di Salomone. Nel 1070 infatti si ha notizia di un gruppo di monaci calabresi nelle Ardenne ad Orval, esistono documenti storici che attestano il fatto. Ricevettero accoglienza e protezione oltre ad un vasto terreno sul quale venne costruita un abbazia. Quindi Storia o Leggenda? A queste latitudini le idee sono abbastanza chiare.

5 Leggende sulla Calabria

Seguici anche sui social per conoscere gli eventi più recenti